L’autore di romanzi è, molto spesso, più smarrito di altri di fronte alla sua opera, poiché egli è colui che si impegna con tutte le sue forze nell’esecuzione del proprio lavoro ma, concentrandosi unicamente nel come realizzarlo, raramente ne ha presenti le ragioni profonde. Il romanziere è una sorta di demiurgo miope, ossia un artefice che non riesce, mentre è impegnato nella realizzazione dell’opera, a vedere oltre l’esigenza di rispettare il dettato del tema che si è scelto, di conferire solidità strutturale all’impianto narrativo che costruisce intorno a quel tema e di mantenere la coerenza dello stile di scrittura che ha adottato; e non pensa mai – tutto preso com’è da queste impegnative necessità – al perché dell’edificio che realizza impiegando le sue migliori risorse.
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