venerdì 19 ottobre 2012

HERNST HAAS, QUANDO LA FOTOGRAFIA E’ POESIA



Hernst Haas, nato a Vienna nel 1921, fotoreporter tra i più quotati della prestigiosa agenzia Magnum dalla fine della grande guerra agli anni sessanta del Novecento, aveva già svelato nella fotografia in bianco e nero il suo straordinario gusto compositivo dell’immagine, ispirato sempre a un raffinato senso dell’ordine e dell’armonia, ma è stato uno dei primi ad usare la pellicola a colori fin dalla sua apparizione, esplorando questa nuova dimensione della fotografia con una sensibilità estetica e una capacità espressiva che nessun altro ha saputo eguagliare o, per lo meno, è riuscito a realizzare con la sua continuità immagini tanto originali e affascinanti lavorando in quasi tutti i generi fotografici, dai servizi giornalistici a quelli industriali e pubblicitari, dal reportage di costume a quello naturalistico e faunistico, dal ritratto alla documentazione d’ambiente, dallo sport alla fotografia di scena cinematografica (fu, tra l’altro, il fotografo preferito di John Huston, che lo volle al suo fianco durante la lavorazione de Gli spostati e de La Bibbia, ma documentò anche le riprese di altri film famosi come West Side Story, Moby Dick, Piccolo grande uomo, Hello Dolly), praticando le tecniche più svariate per restituire al meglio le caratteristiche del genere e inventando, tra l’altro, un metodo tutto suo per creare il “mosso” nella fotografia sportiva, ottenendo effetti sorprendenti e, come sempre, di grande suggestione estetica. 

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