Nel Capolavoro Sconosciuto,
racconto di Balzac ingiustamente ignorato dal grande pubblico, viene
preconizzato il destino dell’arte figurativa nel secolo successivo a quello in
cui visse il grande scrittore, il suo declino da quel linguaggio o strumento di
comunicazione di un uomo con altri uomini, che era stato fin dalle sue origini,
nell’esercizio solipsistico, egocentrico, solitario e arrogante in cui si
sarebbe configurato in epoca moderna. Balzac, oltre ad essere quel grande
orchestratore di storie accumulatesi nella sua vastissima produzione di romanzi
e racconti ch’egli chiamò, con giustificata fierezza, la sua Commedia Umana,
era anche un eccellente osservatore dell’evoluzione del pensiero e dei costumi
e, da genio lungimirante, intuì dove sarebbe approdato il capzioso
ragionare e arrovellarsi degli artisti, presente già al suo tempo, sul rapporto
tra artista e opera d’arte, tra arte e realtà.
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