domenica 3 marzo 2013

IL SETTIMO SIGILLO DI INGMAR BERGMAN




Il cavaliere gioca a scacchi con la morte
Il settimo è l’ultimo dei sigilli che, secondo l’Apocalisse di Giovanni, impediscono la lettura del libro tenuto in mano da Dio. Solo l’Agnello, ossia il Cristo immolatosi per tutti gli uomini, può dissiggillare il libro strappando l’ultimo sigillo e quindi procedere alla rivelazione finale, quella che permetterà all’uomo di combattere vittoriosamente Satana e il male ch’egli insinua nel suo cuore. Le scene corrispondenti ad ogni apertura di sigillo non costituiscono, perciò, una rivelazione parziale del contenuto del libro, ma la numerazione dei problemi fondamentali che caratterizzano la condizione umana e costringono quindi l’uomo a interrogarsi sul senso della sua presenza nel mondo affinché abbia coscienza della necessità di opporsi all’influenza del maligno. Il film di Ingmar Bergman s’inserisce, attraverso l’itinerario del cavaliere che torna a casa dopo aver partecipato a una crociata, nello srotolarsi delle pagine che illustrano  la miseria umana: la guerra e la violenza (l’inutile crociata da cui il protagonista ritorna deluso e pieno di dubbi sul senso della sua esistenza e quindi su quella di Dio), la malattia e la morte (la peste che miete vittime ad ogni passo), l’adulterio, la fornicazione (la moglie del mugnaio che si fa incantare dall’attore girovago e fugge con lui), la collera (lo scudiero del cavaliere assalito da furia omicida quando incontra colui che l’ha convinto a partire per la crociata e che ora deruba i cadaveri), la superstizione (una fanciulla inerme messa al rogo perché accusata di stregoneria). 

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