Il cavaliere gioca a scacchi con la morte |
Il settimo è l’ultimo dei sigilli che, secondo l’Apocalisse di Giovanni, impediscono la
lettura del libro tenuto in mano da Dio. Solo l’Agnello, ossia il Cristo
immolatosi per tutti gli uomini, può dissiggillare il libro strappando l’ultimo
sigillo e quindi procedere alla rivelazione finale, quella che permetterà
all’uomo di combattere vittoriosamente Satana e il male ch’egli insinua nel suo
cuore. Le scene corrispondenti ad ogni apertura di sigillo non costituiscono,
perciò, una rivelazione parziale del contenuto del libro, ma la numerazione dei
problemi fondamentali che caratterizzano la condizione umana e costringono
quindi l’uomo a interrogarsi sul senso della sua presenza nel mondo affinché
abbia coscienza della necessità di opporsi all’influenza del maligno. Il film
di Ingmar Bergman s’inserisce, attraverso l’itinerario del cavaliere che torna
a casa dopo aver partecipato a una crociata, nello srotolarsi delle pagine che
illustrano la miseria umana: la guerra e
la violenza (l’inutile crociata da cui il protagonista ritorna deluso e pieno
di dubbi sul senso della sua esistenza e quindi su quella di Dio), la malattia
e la morte (la peste che miete vittime ad ogni passo), l’adulterio, la
fornicazione (la moglie del mugnaio che si fa incantare dall’attore girovago e
fugge con lui), la collera (lo scudiero del cavaliere assalito da furia omicida
quando incontra colui che l’ha convinto a partire per la crociata e che ora
deruba i cadaveri), la superstizione (una fanciulla inerme messa al rogo perché
accusata di stregoneria).
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