Riccardo III, film diretto e interpretato da Lawrende Olivier nel 1944 |
La
critica shakespeariana tradizionale sottolinea volentieri che il personaggio di
Riccardo III è privo di sfumature o complessità psicologiche. Egli è
assolutamente disumano nella sua sadica perversità e nella sua consapevole e
sfrontata ferocia. Ma lo scenario in cui si dispiega la nuda e atroce volontà
di potenza di Riccardo è appunto quello governato dagli appetiti, dalla violenza,
dalla frode, dall’abiezione e, soprattutto, dalla febbre del dominio, un mondo
che assomiglia in modo straordinario alla contemporaneità. Forse sfugge, a
tanti critici, il carattere spesso anticipatore di Shakespeare, capace di
disegnare tipi umani forgiati nella e dalla modernità; modernità che prende
per l’appunto le mosse più o meno al tempo di Shakespeare e andrà ad affermarsi via via sempre più
nettamente nelle ere successive fino a trionfare al tempo nostro. Gli Hitler e
gli Stalin, tanto per citare solo i personaggi storicamente più esposti della
modernità più recente, in che cosa differiscono, nella loro ferocia derivata da
una volontà di potenza smisurata e sovrumana, dalla depravazione morale o dalla volontà malefica di Riccardo III (quella che si situa “al di là del bene
e del male”, teorizzata come concetto e addirittura come guida di vita anche da
certa filosofia nichilistica molto seguita, non a caso, nel mondo contemporaneo)?
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