domenica 6 ottobre 2013

HIERONYMUS BOSCH, PITTORE RELIGIOSO

Delle svariate interpretazioni che hanno visto via via nella pittura di Hieronymus Bosch il prodotto d’uno stravagante inventore di mostri e chimere, il frutto di meravigliose e singolari fantasie più ripugnanti che piacevoli, il riflesso di pratiche esoteriche ispirate da movimenti eretici dediti all’alchimia e alla stregoneria o, in tempi più recenti, la raffigurazione delle forme più inquietanti partorite dalla profondità dell’inconscio, facendo quindi del grande pittore fiammingo una sorta di anacronistico adepto del Surrealismo o addirittura delle teorie psicoanalitiche di Freud, aveva già fatto giustizia, se andiamo a vedere, il sacerdote spagnolo Fray Josè de Siguença, il quale, nel 1605, affermava che se gli altri pittori effigiavano l’uomo come è eternamente, Bosch aveva avuto l’audacia di dipingerlo come è internamente; portando alla luce, bisogna aggiungere, il groviglio di male e di bene che è nell’uomo per sublimarlo in altissima poesia e realizzare una delle visioni più affascinanti della pittura europea
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