Città ideale dipinta in epoca rinascimentale |
Quando gli uomini cominciarono a
edificare le città, le concepirono, oltre che come luoghi dove raccogliere
stabilmente le comunità, quali raffigurazioni del cosmo dove vivevano gli dèi,
col proposito di riprodurre la dimora divina in modo da indurre le deità a
soggiornare accanto ad essi per beneficiare della loro guida e protezione.
Prima, quando la pastorizia li obbligava alla vita errante, senza fissa dimora,
gli uomini si limitavano a portarsi dietro, trasportandola su un carro, la casa
(o tempio) della divinità, al cui interno era possibile la comunione col dio.
La scoperta dell’agricoltura e la possibilità d’una vita stabile produsse
l’edificazione degli agglomerati urbani, dove, per garantirsi la contiguità e
la benevolenza degli dèi o, a seconda del credo dei popoli, dell’unico Dio,
Signore dell’Universo, ci si sforzava di erigere città sublimi così come si
immaginava dovesse essere il luogo dove l’Ente Supremo soggiornava; e tale
intenzione ha accompagnato per un lunghissimo periodo la configurazione degli
assetti urbani, dettati ai mortali dalla loro visione del cosmo, dalle loro
condizioni economiche e sociali e dalle tecniche e dai materiali di cui
disponevano in relazione alla propria capacità di raffigurarsi un domicilio
adatto e gradito alla divinità.
Nessun commento:
Posta un commento