Orson Welles è stato indubbiamente uno dei più grandi registi
cinematografici del Novecento, benché nella sua vita abbia realizzato molto
meno di quanto avrebbe potuto, sia per la scarsa comprensione che incontrava
presso le case produttrici hollywoodiane davanti ai suoi progetti e alla sua concezione del cinema rispetto a
tecniche e metodi di realizzazione, sia per la sua stessa incontentabilità
davanti ai risultati ottenuti, che spesso lo portavano a disamorarsi di
un’opera ancora in fase di lavorazione. Per questa ragione si guadagnò presto
una certa fama di sregolatezza dissipatoria, ma è anche vero che la produzione
interveniva spesso pesantemente sui suoi film, imponendogli tagli e sistemi di
montaggio non corrispondenti ai suoi progetti iniziali e portandolo quindi a
disconoscere in parte o in toto alcune opere. Anche per questo si sottopose ad
un intenso lavoro d’interprete in film d’altri registi (era anche un attore di
grande talento) onde guadagnare denaro e sganciarsi, almeno in parte, dal
condizionamento dei produttori, recandosi spesso anche all’estero in cerca di
finanziatori non legati al mercato hollywoodiano. A conti fatti,
di Orson Welles, oggi, ci restano una decina di film, oltre ai frammenti d’opera che
non videro mai la luce del grande schermo, come una sua versione di Cuore di tenebra di Conrad e del Don Chisciotte di Cervantes, e a soggetti suoi come The Deep o Dead Reckoning (L’oceano o
Corpo morto) o The Other Side of the
Wind (L’altra faccia del vento), tutti progetti rimasti incompiuti o allo
stato di abbozzo.
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