venerdì 22 febbraio 2013

INGMAR BERGMAN: IL POSTO DELLE FRAGOLE






Ingmar Bergman è stato uno dei più grandi registi di sempre, uno di quegli autori a cui guardare con venerazione e gratitudine per tutte le grandi opere che ci ha donato e attraverso le quali abbiamo sognato, abbiamo riso, sorriso e tremato di paura, pianto e vibrato d’intensa emozione, ma anche intuito verità profonde e imparato ad avere una certa dimestichezza con i lati oscuri annidati nelle regioni remote della nostra coscienza. Potrei dire che, per me, egli rappresenta, nel cinema, quello che Shakespeare è stato per il teatro e la letteratura, un autore che ha fatto crescere di una buona spanna, per così dire, la disciplina in cui ha esercitato il suo genio, l’ha nobilitata e  resa più bella, più importante. Nel corso della sua lunga vita ha realizzato più di trenta film, tra cui molti capolavori, ma quasi tutti importanti e tutti, in ogni caso, non riducibili a un commento frettoloso. Non è quindi possibile condensare in un solo articolo tutta la sua produzione. Perciò comincerò col dedicare una nota a ciascuno dei suoi capolavori, singolarmente, dopodiché tratterò gli altri film a gruppi di due o di tre, accomunandoli per affinità del tema o  sulla base della prevalenza, nella trama, del dramma o della commedia.

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