sabato 31 agosto 2013

ALBRECHT DURER, SINTESI FELICE DI RINASCENZA ITALIANA E SPIRITO TEUTONICO




Sant'Anna, la Vergine e il bambino


Albrecht Durer è un seme felice della Rinascenza italiana portato per avventura a innestarsi in Germania affinché il rinnovamento delle arti si estendesse oltre i confini della penisola italica, giacché è lui,  il pittore di Norimberga, a sancire con la sua versatilità e il suo incalcolabile talento la fine del Gotico e l’affermarsi del Rinascimento in Oltralpe. Egli è il primo degli artisti del nord che deciderà di percorrere, ancor giovanissimo, buona parte dell’Europa, assetato com’era di conoscere e di sperimentare quel che si faceva oltre il suo luogo di nascita, prediligendo, dopo aver percorso la Svizzera e i Paesi Bassi, l’Italia dove si soffermerà più e più volte per fare quel bagno vivificatore nella classicità recentemente riscoperta e ripresa dagli artisti italiani e che gli consentirà di liberarsi dai residui di asprezze e rigidità nordiche per immergersi appieno nella solarità mediterranea. Durante i suoi soggiorni nella penisola, Durer studia intensamente i dipinti del Mantegna, di Carpaccio, di Andrea del Sarto, di Giovanni Bellini, ma a loro volta gli italiani mostrano di apprezzare il robusto talento del giovane tedesco, se è vero che Tiziano prende a modello le incisioni di Albrecht per costruire le sue vaste composizioni e Raffaello ne tiene appese un buon numero alla parete del proprio studio. C’è anche chi non si perita di copiarle spacciandole per proprie, quelle incisioni, ed è il bolognese Marcantonio Raimondi, tanto che il Durer, venutone a conoscenza, è costretto a protestare e a muovere una sorta di rivendicazione  ante litteram di quello che più tardi verrà chiamato diritto d’autore


Il leprotto

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