mercoledì 21 agosto 2013

LEO PUTZ, LA DONNA NELLO SPLENDORE DELLA LUCE





Leo Putz, pittore nato a Merano (nel 1986) ma cresciuto artisticamente nel clima dello Jugendstil, declinazione tedesca dell’art nouveau, rappresenta un altro di quei rari esempi di pittura “felice” del secolo dietro le nostre spalle; un’arte rimasta immune dalle crisi del tempo, dall’ossessione del disagio sociale e dalle  visioni drammatiche, soprattutto dalle derive dalla realtà  di movimenti innovativi  radicali, determinanti per le svolte del secolo (oggi possiamo dire per le “fatali” svolte del secolo), quali la "Bruecke" e il "Blaue Reiter", caratteristici degli anni prima del conflitto mondiale, che videro la luce a Monaco, città dove Putz risiedeva, ma a cui egli si rifutò di partecipare. Se proviamo a confrontare i suoi dipinti con quelli dei contemporanei Kirchner, Beckmann o Heckel, proprio nei soggetti che egli condivise con gli stessi pittori - figure femminili al bagno nel fiume o sdraiate su un prato,  modelle atteggiate in varie pose nell’atelier, nude o vestite – constatiamo la profonda differenza dei punti di vista e della visione del mondo tra il pittore meranese e i colleghi tedeschi. 


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