|
Autoritratto alla toeletta, 1909 |
Una
delle pittrici più interessanti della Russia del Novecento è stata senz’altro
Zinaida Serebraikova, molto poco nota in Occidente, anche se dal 1924 ha vissuto a Parigi e nel 1947 ha preso
perfino la cittadinanza francese (è morta a Parigi nel 1967). Il fatto è che in
Occidente l’arte figurativa, durante la sua vita, ha preso quella brutta piega
che va sotto l’odioso nome di informale e che, con tutti i derivati e
accidenti ad esso collegati, ci strazia e avvilisce ancora ai nostri giorni;
mentre lei, la Serebraikova, è rimasta sempre fedele al figurativismo e non si
è mai fatta corrompere dalle cosiddette avanguardie della contemporaneità. E si
tratta di una figurativista, va detto subito, eccellente, dotata d’un talento
strepitoso che le consente di cogliere in tutto ciò che osserva e ritrae, con
estrema semplicità e naturalezza, ma con tecnica raffinata, l’armonia e la
grazia, la serenità e la bellezza. La sua pittura è classica e moderna al tempo
stesso: non a caso il suo nome è stato accostato a quelli di Botticelli e
Renoir. La sua è una pittura “felice”, che rimane tale anche quando la sua
vita, con la svolta della rivoluzione bolscevica (di cui, come tanti altri
intellettuali e artisti, divenne fatalmente una vittima) fu gravida di
traversie e sofferenze. Si coglie solo,
in certi ritratti dei suoi familiari o amici, travolti come lei dal comunismo
sovietico (e dai quali fu costretta a separarsi per molti anni, come dai due
figli maggiori, che potrà rivedere dopo ben 36 anni di lontananza), un’aura di
malinconia, ma sempre tenera, sempre dolce, senz’ombra di asprezza.
|
Al tavolo della colazione, 1914 |
(clicca per continuare a leggere)
Nessun commento:
Posta un commento