lunedì 2 dicembre 2013

LA VERGOGNA




La vergogna è uno dei film di Ingmar Bergman che amo di più. Non si parla mai di questo film (del resto non si parla più tanto nemmeno di Bergman) forse perché è un’opera che si discosta nettamente dai labirinti psicologici in cui il regista finisce spesso per impantanarsi. E’ bene ricordare che anche Bergman, pur artista sommo qual era, è stato un figlio del Novecento, il secolo in cui gli equivoci freudiani, le ideologie della liberazione e la rincorsa della felicità ad ogni costo hanno alimentato a dismisura le angosce interiori e l’ansia esistenziale. Ma La vergogna è un film con un messaggio chiarissimo, flagrante come un grido di raccapriccio davanti alla brutalità  dell’uomo ed efficace più di tanti film di guerra quale arma di condanna della violenza perché non indugia in scene di battaglia, ma mostra gli effetti devastanti che la guerra produce nell’animo di chi ne resta contagiato anche non partecipandovi. Per l’appunto, la guerra è quella vergogna a cui allude il titolo, poiché essa sottrae all’uomo la sua componente spirituale e divina, riducendolo alla bestia ferina che alberga nel suo istinto. 



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