mercoledì 19 febbraio 2014

LA LETTURA, PARTE SECONDA




Anton Cecov


Dicevamo, la lettura come piacere e impegno. Stavolta parliamo del racconto. Oggi, dal punto di vista editoriale, il racconto (o novella) è decisamente in ribasso, superato ampiamente dal romanzo, perché così hanno deciso gli editori, in particolare quelli italiani. Al punto che perfino gli autori di successo, quelli che pubblicano presso gli editori più importanti, sono costretti a stamparsi i racconti a loro spese (almeno gli scrittori che, non avendo smesso di amare il genere, continuano a praticarlo). A causa di questa decisione scellerata l’interesse del pubblico nei confronti del racconto è decisamente scemato, se non addirittura scomparso (mi riferisco sempre al nostro paese, perché nel mondo anglosassone, ad esempio, le cose non stanno esattamente così). Personalmente ho sempre amato i racconti e non sarà certo la miope moda editoriale dei nostri giorni a impedirmi di continuare a frequentarli. Di Cecov, uno tra i migliori autori del racconto, ho già detto qualcosa. Ho citato, tra i suoi lavori, Veroc’ka come uno dei miei preferiti. Ma tante altre sue novelle non mi stanco mai di rileggerle, di tanto in tanto. Mi vengono in mente subito due brevi prose che prediligo, fra le altre, per il loro intenso e struggente lirismo. La prima è intitolata Bellezze ed è una sorta di contemplazione disinteressata della beltà femminile intesa come un mistero ineffabile, qualcosa che incanta ma al tempo stesso confonde, perché intangibile e inafferrabile. Un uomo, oggi, indulgerebbe ad apprezzamenti volgari o, tutt'al più, sdolcinati davanti alla bellezza femminile. Invece, l’approccio di Cecov a questo fenomeno è d’una delicatezza squisita e malinconica.

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